La buona fede e la correttezza costituiscono principi fondamentali che vincolano anche la pubblica amministrazione nell'ambito di procedure selettive e di formazione di contratti, imponendole di valutare diligentemente la conclusione delle trattative e di informare tempestivamente la controparte privata dell'esistenza di cause ostative all'esito positivo della procedura. Pertanto, l'amministrazione che, senza giusta causa, interrompa ingiustificatamente un procedimento di project financing già avviato e approvato, ingenerando nella controparte privata un legittimo affidamento sulla realizzazione dell'opera, incorre in responsabilità precontrattuale ai sensi dell'art. 1337 c.c., essendo tenuta a risarcire il danno emergente corrispondente alle spese sostenute dalla parte privata per la progettazione. Tuttavia, il mero ritardo nell'adozione dell'atto amministrativo favorevole non integra di per sé un danno risarcibile, in assenza della prova degli elementi costitutivi della relativa domanda, ovvero del dolo o della colpa grave dell'amministrazione e della dimostrazione del danno e del suo ammontare. Inoltre, gli interessi moratori di cui al d.lgs. n. 231/2002 non trovano applicazione in caso di responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione, trattandosi di una fattispecie atipica di responsabilità risarcitoria non riconducibile ai rapporti contrattuali disciplinati da tale normativa.