Cassazione penale Sez. II sentenza n. 44243 del 26 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:44243PEN

Massima

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La partecipazione consapevole e attiva di un soggetto ad un'associazione di tipo mafioso, finalizzata all'imposizione della volontà del gruppo criminale sulle attività economiche di un territorio, integra il reato di cui all'art. 416-bis c.p., anche in assenza di una prova diretta dell'appartenenza all'associazione, essendo sufficiente l'utilizzo di metodi tipicamente mafiosi che ingenerino nella vittima la consapevolezza dell'appartenenza dell'agente a tale sodalizio. In tali casi, la presunzione assoluta di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere, prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. per i delitti di cui all'art. 416-bis c.p., non consente l'applicazione di misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, in quanto la legge ha delineato un duplice regime derogatorio alla disciplina generale dei criteri di scelta delle misure cautelari, mantenendo ferma tale presunzione assoluta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 112/2017 in data 17/03/2017 del Tribunale del Riesame di SALERNO;
visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Giuseppe COSCIONI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ZACCO Franca, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore, Avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'Avv. (…

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