Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2931 del 22 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:2931PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale non richiede l'esistenza di un nesso causale tra i fatti di distrazione e il successivo fallimento, essendo sufficiente che l'agente abbia cagionato il depauperamento del patrimonio sociale, destinandone le risorse ad impieghi estranei all'attività d'impresa. L'elemento soggettivo del delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione è costituito dal dolo generico, per la cui sussistenza non è necessaria la consapevolezza dello stato di insolvenza dell'impresa, né lo scopo di recare pregiudizio ai creditori, essendo sufficiente la consapevole volontà di dare al patrimonio sociale una destinazione diversa da quella di garanzia delle obbligazioni contratte. Ai fini della prova della distrazione o dell'occultamento dei beni della società dichiarata fallita, non è sufficiente un mero onere allegativo da parte dell'amministratore, ma è necessario che egli dimostri la destinazione dei beni sottratti. In tema di bancarotta fraudolenta documentale, l'occultamento delle scritture contabili, per la cui sussistenza è necessario il dolo specifico di recare pregiudizio ai creditori, costituisce una fattispecie autonoma ed alternativa rispetto alla fraudolenta tenuta di tali scritture, che integra un'ipotesi di reato a dolo generico e che presuppone un accertamento condotto su libri contabili effettivamente rinvenuti ed esaminati dagli organi del fallimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/07/2017 della Corte di Appello di Lecce, Sezione distaccata di Taranto;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita';
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso riportandosi ai motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la …

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