Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30994 del 4 agosto 2010

ECLI:IT:CASS:2010:30994PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'imputato, con denuncia o querela, attribuisce falsamente a taluno il compimento di un reato, consapevole della falsità dell'accusa. La valutazione della sussistenza del reato di calunnia deve tenere conto di diversi elementi probatori, quali l'assenza di indicatori di abuso sessuale accertati da consulenti e servizi sociali, la tardività e frammentarietà delle denunce, l'inverosimiglianza delle giustificazioni addotte, la ricostruzione dei moventi sottesi alle false accuse, nonché le dichiarazioni reiterate di coloro che hanno negato i fatti denunciati. L'accertamento della consapevolezza della falsità delle accuse da parte dell'imputato può desumersi anche dalla sua "rilettura" delle denunce nel corso del processo, qualora risulti in contrasto con gli elementi probatori acquisiti. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della credibilità dei testimoni, senza che il giudice di legittimità possa sindacare tale apprezzamento se non in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ne. St. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 29 giugno 2009 emessa d((omissis)) d'appello di Milano;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

sentita la relazione del consigliere dott. FIDELBO Giorgio;

sentito il sostituto procuratore generale, dott. MONTAGNA Alfredo, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

sentito per il ricorrente l'avvocato ((omissis)) che ha insistito per l'accoglimento del …

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