Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare la prova, gode di ampia discrezionalità nell'apprezzamento delle risultanze probatorie, purché la motivazione sia logica, esauriente e coerente con gli elementi acquisiti, senza che il giudice di legittimità possa sindacare nel merito le scelte compiute, salvo che non siano affette da manifesta illogicità o contraddittorietà. In particolare, l'interpretazione del contenuto delle conversazioni telefoniche intercettate e delle espressioni utilizzate dagli interlocutori rientra nella valutazione di fatto rimessa al giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in cassazione ove adeguatamente motivato sulla base dei criteri di logica e delle massime di esperienza. Inoltre, l'identità del fatto sussiste solo quando vi sia corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, considerato in tutti i suoi elementi costitutivi, riguardati nella loro dimensione sia fattuale che giuridica e in relazione a tutte le circostanze di tempo, di luogo e di persona, senza che sia sufficiente la mera vicinanza temporale delle condotte contestate.