Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3898 del 28 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:3898PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando l'agente, con violenza o minaccia, si oppone al compimento di un atto d'ufficio da parte del pubblico ufficiale, indipendentemente dall'effettivo impedimento dell'atto e dal concreto verificarsi di un ostacolo, essendo sufficiente l'uso di violenza o minaccia per opporsi al compimento dell'atto, purché vi sia la coscienza e volontà di impedirne l'esecuzione. L'inosservanza da parte del giudice di primo grado dell'obbligo di avvisare l'imputato, nel procedimento per giudizio direttissimo, della facoltà di richiedere riti alternativi o un termine per preparare la difesa, non determina nullità del processo, non essendo prevista alcuna sanzione per tali omissioni, le quali possono eventualmente rilevare solo ai fini di una responsabilità disciplinare. La motivazione della sentenza di condanna deve dare conto in modo non meramente apparente e non manifestamente illogico della sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLIVA Bruno - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

D'. CR., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 01/12/2005 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. MATERA LINA;

sentito il P.G., Dr. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 25-11-2004 il Tribunale di Napoli ha dichiarato D'. Cr. colpevo…

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