Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31679 del 13 agosto 2021

ECLI:IT:CASS:2021:31679PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale causa di giustificazione del reato di diffamazione, postula la veridicità dei fatti narrati e la continenza espressiva, non essendo sufficiente che le affermazioni siano pertinenti all'interesse pubblico. Pertanto, l'attribuzione a un pubblico ufficiale di comportamenti fraudolenti finalizzati all'indebita percezione di finanziamenti pubblici, anche se formulata in un contesto di dialettica politica, travalica i limiti del legittimo esercizio del diritto di critica, in quanto lesiva della reputazione e dell'immagine professionale del soggetto, a prescindere dalla sua appartenenza o meno al mondo politico. La valutazione della gravità del reato ai fini della determinazione della pena e della concessione del beneficio della non menzione della condanna deve essere effettuata sulla base dei criteri di cui all'art. 133 c.p., senza possibilità di ricorrere ad elementi ad esso estranei.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. VENEGONI Andrea - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 6409/19 della CORTE DI APPELLO DI NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANDREA VENEGONI.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS), consigliere comunale di Napoli, veniva tratto a giudizio perche', nel corso di un'intervista pubblicata su "(OMISSIS)", compiva affermazioni ritenute diffamatorie nei confronti del direttore del museo "(OMISSIS)" del cap…

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