Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43922 del 17 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43922PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, lett. c), c.p.p., può essere desunto dai criteri stabiliti dall'art. 133 c.p., tra i quali rientrano le modalità e la gravità del fatto, nonché la personalità e i precedenti penali dell'indagato. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza di tale pericolo, non deve limitarsi al tipo di reato o alla sua ipotetica gravità, ma deve considerare le concrete situazioni correlate ai fatti del procedimento e gli elementi sintomatici della pericolosità sociale dell'indagato, come il comportamento vessatorio finora tenuto nei confronti delle vittime e la prognosi favorevole in ordine alla commissione di nuovi reati. In tal caso, la misura cautelare della custodia in carcere può essere ritenuta l'unica idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione di fatti analoghi da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) ST. CA. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 71/2009 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 27/01/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del PG, Dott. D'Angelo G., che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Il Tribunale del riesame di Catanzaro, con ordinanza del 27/1/2009, rigettava l'istanza …

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