Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può esercitare il controllo sulla corretta applicazione della legge, verificando la rispondenza degli elementi esaminati ai parametri legali imposti per l'applicazione delle singole misure di prevenzione. Tuttavia, il sindacato di legittimità è limitato alla sola violazione di legge, senza possibilità di censurare il vizio di motivazione, se non nei casi di totale esclusione di argomentazione su un elemento costitutivo della fattispecie che legittima l'applicazione della misura, configurandosi in tal caso la nullità del provvedimento per violazione dei principi di cui all'art. 111 Cost., art. 125 c.p.p., comma 3, e art. 7, comma 1, d.lgs. n. 159/2011. Pertanto, il giudice di legittimità non può riesaminare nel merito le valutazioni compiute dal giudice di merito in ordine alla provenienza illecita dei beni oggetto di confisca di prevenzione, qualora il provvedimento impugnato risulti adeguatamente motivato, essendo precluso il sindacato sulla logicità e congruità della motivazione stessa.