Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 30509 del 15 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:30509PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, si configura quando sussistono: a) l'esistenza di un gruppo, i cui membri siano consapevolmente aggregati per il compimento di una serie indeterminata di reati in materia di stupefacenti; b) l'organizzazione di attività personali e di beni economici per il perseguimento del fine illecito comune, con l'assunzione dell'impegno di apportarli anche in futuro per attuare il piano permanente criminoso; c) sotto il profilo soggettivo, l'apporto individuale apprezzabile e non episodico di almeno tre associati, che integri un consapevole contributo alla stabilità dell'unione illecita. La prova del vincolo associativo può essere data anche attraverso l'accertamento di "facta concludentia", quali i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per il rifornimento della droga, le basi logistiche, le forme di copertura e i beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative, sia di tipo gerarchico che mediante divisione dei compiti tra gli associati, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. Ai fini della configurabilità dell'associazione non è necessaria l'esistenza di un'articolata e complessa organizzazione, essendo sufficiente anche un'elementare predisposizione di mezzi, pur occasionalmente forniti da taluno degli associati o compartecipi, sempre che gli stessi siano in concreto idonei a realizzare in modo permanente il programma delinquenziale oggetto del vincolo associativo. La consapevolezza della matrice 'ndranghetistica dell'associazione può desumersi dai rapporti personali intrattenuti dall'indagato con soggetti appartenenti a tale organizzazione criminale, nonché dalla sua posizione di stabile referente della consorteria per il mercato degli stupefacenti in una determinata zona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. D'ISA Claudio - Presidente

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - rel. Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 339/2015 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 16/03/2015;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANDREA MONTAGNI;

sentite le conclusioni del PG Dott. Filippi Paola, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Roma, con ordinanza in data 18.02.2015, per quanto rileva in questa sede, confermava l'ordinanza applicativa della misura cautelare carceraria nei confront…

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