Nel giudizio di appello avverso la sentenza pronunciata con il rito abbreviato, l'impedimento dell'imputato a comparire all'udienza camerale rileva ai fini del rinvio della stessa soltanto qualora l'imputato abbia manifestato in modo inequivoco la volontà di partecipare al processo. Tale volontà può essere desunta anche da facta concludentia, come la produzione di una certificazione medica attestante l'impedimento a comparire, accompagnata da espressa istanza di rinvio. In assenza di tale inequivoca manifestazione di volontà, l'imputato è considerato contumace e rappresentato dal difensore nominato d'ufficio ai sensi dell'art. 97 c.p.p., senza che sia necessaria una nuova citazione per le successive udienze. Il rinvio dell'udienza camerale disposto per l'impedimento del difensore non comporta il diritto dell'imputato a una nuova citazione, essendo egli già rappresentato dal proprio difensore. Pertanto, il mancato rinnovo della citazione all'imputato per l'udienza successiva non determina la nullità assoluta del procedimento, in quanto l'imputato è considerato contumace e rappresentato dal difensore nominato d'ufficio.