Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13426 del 9 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:13426PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, avendo la temporanea disponibilità di somme di denaro per ragioni del suo ufficio o servizio, se ne appropria dolosamente destinandole a un uso diverso da quello cui erano vincolate, integra il reato di peculato, a prescindere dalla sussistenza di eventuali crediti o ragioni di compensazione vantati nei confronti dell'ente pubblico concedente, atteso che le somme riscosse divengono immediatamente di proprietà dell'ente, salvo il diritto del concessionario all'aggio pattuito. Il dolo del peculato è integrato dalla sola volontà di appropriarsi delle somme, indipendentemente dalla finalità cui siano destinate, essendo sufficiente la consapevolezza di sottrarre le stesse alla loro destinazione istituzionale. La prova della condotta appropriativa può essere desunta da elementi indiziari, quali le risultanze contabili dell'ente concedente, gli accertamenti della polizia giudiziaria e le dichiarazioni spontanee dell'imputato, senza che sia necessaria la produzione di documenti informatici o rendiconti dettagliati, laddove il quadro probatorio nel suo complesso risulti comunque idoneo a dimostrare l'effettiva riscossione delle somme e il mancato riversamento nei termini e alle condizioni previste dal titolo concessorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. DI STEFANO P. - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza dell'11/2/2020 della Corte di Appello di Cagliari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente Dr. Benedetto Paterno' Raddusa;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Procuratore generale Dr. Lignola Ferdinando, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Cagliari ha conferm…

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