Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47609 del 10 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:47609PEN

Massima

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Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche di cui all'art. 316-ter c.p. si differenzia dal reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche di cui all'art. 640-bis c.p. in quanto il primo punisce condotte decettive non incluse nella fattispecie di truffa, caratterizzate da false dichiarazioni o dall'uso di atti o documenti falsi, ma nelle quali l'erogazione non discende da una falsa rappresentazione dei suoi presupposti da parte dell'ente pubblico erogatore, che non viene indotto in errore perché in realtà si rappresenta correttamente solo l'esistenza della formale attestazione del richiedente. Pertanto, la mera presentazione di una dichiarazione sostitutiva contenente l'omissione di informazioni rilevanti ai fini dell'erogazione di un contributo pubblico, pur integrando un silenzio antidoveroso, non è sufficiente a configurare il reato di truffa aggravata, essendo necessario accertare se l'ente erogatore sia stato effettivamente indotto in errore sulla sussistenza dei presupposti per l'erogazione, in modo tale che l'attribuzione del beneficio sia avvenuta in virtù della falsa rappresentazione dei requisiti da parte del richiedente. In assenza di tale induzione in errore, la condotta sarà invece riconducibile al reato di cui all'art. 316-ter c.p., che punisce le condotte decettive non incluse nell'ambito applicativo della truffa. L'accertamento della sussistenza dell'induzione in errore dell'ente erogatore deve essere compiuto dal giudice sulla base di una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, tenendo conto sia delle modalità del procedimento di erogazione, sia delle concrete modalità di svolgimento dello stesso nel singolo caso. Pertanto, la mera constatazione dell'avvenuta presentazione di una dichiarazione contenente un'omissione non è sufficiente a configurare il reato di truffa aggravata, essendo necessario verificare se l'ente erogatore sia stato effettivamente indotto in errore sulla sussistenza dei presupposti per l'erogazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 576/2014 in data 7 maggio 2015 della Corte di Appello di Potenza;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere PAZZI Alberto;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CUOMO Luigi, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
La Corte d'appello di Potenza, con sentenza in data 7 maggio 2015, ha confermato la sentenza del Trib…

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