Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50203 del 7 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50203PEN

Massima

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Il danneggiamento di un bene altrui, anche se contestato unitamente a minacce alla persona offesa, integra comunque un reato penalmente rilevante, rientrando nella fattispecie aggravata di cui all'articolo 635, comma 2, n. 1, del codice penale, ovvero nella disposizione di cui all'articolo 635, comma 1, del codice penale, come modificato dal Decreto Legislativo n. 7 del 2016. Pertanto, il giudice non può ritenere il fatto non più previsto dalla legge come reato, in quanto il danneggiamento, anche se accompagnato da minacce alla persona offesa, costituisce comunque una condotta penalmente sanzionata, non essendo venuta meno la rilevanza penale del fatto. Il giudice è tenuto a valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato di danneggiamento nella sua nuova formulazione, senza poter dichiarare l'insussistenza del reato sulla base di una erronea interpretazione della norma penale applicabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. SGADARI Giusep - Rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto dal Procuratore generale di Salerno, nel procedimento a carico di:
1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/09/2017 del Tribunale di Nocera Inferiore;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal consigliere Dott. Sgadari Giuseppe;
lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Cuomo…

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