La legittima difesa, quale causa di giustificazione, presuppone la sussistenza di un pericolo attuale di un'offesa ingiusta, tale da rendere inevitabile e proporzionata la reazione difensiva dell'aggredito. Pertanto, qualora l'aggressione sia cessata al momento in cui l'imputato reagisce, difendendosi con l'uso di un'arma, manca il requisito dell'attualità del pericolo, essenziale per l'applicazione della scriminante. Inoltre, le modifiche introdotte all'art. 52 c.p. dalla Legge n. 56 del 2006 riguardano esclusivamente il requisito della proporzionalità della reazione, non incidendo sul requisito dell'attualità della minaccia. Allo stesso modo, la scriminante putativa, che presuppone un errore inevitabile sull'esistenza delle condizioni di legittima difesa, non può trovare applicazione laddove la Corte di merito abbia motivatamente escluso la sussistenza di un pericolo attuale di offesa ingiusta, in quanto tale valutazione di fatto non è aggredibile in sede di legittimità. Infine, l'eccesso colposo, di cui all'art. 55 c.p., presuppone che l'imputato abbia agito in uno stato di minorata difesa, tale da non consentirgli una valutazione serena e ponderata della situazione, circostanza che deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito, la cui valutazione non è sindacabile in sede di legittimità, ove risulti congrua e logica.