Il comma 4-bis dell'art. 03 del D.L. n. 400/1993, convertito con modificazioni dalla legge n. 494/1993, che consente il prolungamento della concessione demaniale marittima in favore del concessionario che abbia realizzato investimenti di particolare rilevanza, è compatibile con l'ordinamento dell'Unione Europea e non contrasta con i principi di libertà di stabilimento e di libera concorrenza di cui agli artt. 49 e 56 TFUE, in quanto tale disposizione mira a tutelare la buona fede del concessionario che abbia effettuato investimenti significativi in un periodo in cui non era ancora stato dichiarato che i contratti aventi interesse transfrontaliero certo sarebbero stati soggetti a obblighi di trasparenza, come stabilito dalla Direttiva 2006/123/CE (c.d. Direttiva Bolkestein). Pertanto, il diniego di proroga della concessione demaniale oltre il termine del 31 dicembre 2020, in assenza di una adeguata istruttoria e motivazione in ordine alla valutazione degli investimenti realizzati dal concessionario e della loro rilevanza ai fini del prolungamento della concessione, è illegittimo per carenza di istruttoria e difetto di motivazione. L'Amministrazione è tenuta a riesaminare l'istanza del concessionario, valutando la sussistenza dei presupposti per il prolungamento della concessione ai sensi del citato comma 4-bis, nel rispetto dei principi di proporzionalità e adeguatezza dell'azione amministrativa.