Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel respingere il ricorso avverso il diniego di condono edilizio, afferma il seguente principio di diritto: L'art. 32, comma 27, lettera d), della legge n. 326/2003 prevede l'insuscettibilità di sanatoria per le opere edilizie non autorizzate realizzate su immobili soggetti a vincoli istituiti prima dell'esecuzione delle opere stesse, qualora le opere non siano conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti. Pertanto, il diniego di condono è doveroso qualora l'opera abusiva risulti in contrasto con le previsioni del Piano Territoriale Paesistico, in quanto tale strumento urbanistico a valenza paesaggistica è vincolante e prevalente rispetto al Piano Regolatore Generale. La mera contrarietà dell'opera alle prescrizioni del Piano Territoriale Paesistico costituisce ragione sufficiente per il rigetto della domanda di condono, a prescindere dalla preesistenza del vincolo e dalla conformità alle norme urbanistiche, in quanto il contrasto con il Piano Territoriale Paesistico rende l'opera oggettivamente incondonabile. Inoltre, la motivazione del provvedimento di diniego è adeguata laddove individua puntualmente le norme degli strumenti urbanistici applicabili al caso di specie, senza necessità di ulteriori relazioni istruttorie o pareri, trattandosi di verifica di carattere giuridico sulla sussistenza dei presupposti di legge per l'ammissibilità del condono, in assenza di margini di discrezionalità amministrativa.