Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la controversia relativa alla concessione di una struttura sportiva comunale, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La distinzione tra atti di conferma in senso proprio e meramente confermativi si ravvisa nella circostanza che l'atto successivo sia stato adottato o meno a seguito di una nuova istruttoria e ponderazione degli interessi. Pertanto, l'atto che costituisce il risultato di un nuovo esame degli elementi di fatto e di diritto non può essere considerato meramente confermativo e deve essere autonomamente impugnato. 2. L'omissione della comunicazione di avvio del procedimento può essere giustificata da ragioni di impedimento derivanti da particolari esigenze di celerità, come nel caso in cui l'istanza di proroga della concessione sia stata presentata a ridosso della scadenza del rapporto concessorio. In tali ipotesi, il principio di collaborazione e buona fede impone al privato di agire tempestivamente, senza compromettere l'esercizio delle garanzie partecipative. 3. La proroga legale della concessione prevista dall'art. 100, comma 1, del d.l. n. 104/2020 non trova applicazione qualora l'ente concedente abbia adottato un provvedimento che ha fissato una diversa data di scadenza della concessione, divenuta definitiva per mancata impugnazione entro il termine decadenziale. In tal caso, l'intervenuta abrogazione della norma sulla proroga legale rende legittimo il diniego di applicazione della stessa. 4. La proroga automatica delle concessioni degli impianti sportivi ubicati su terreni demaniali o comunali, prevista dall'art. 16, comma 4, del d.l. n. 198/2022, convertito dalla legge n. 14/2023, si applica anche alle concessioni a titolo oneroso, senza distinzioni soggettive, al fine di sostenere le associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro colpite dagli effetti dell'emergenza epidemiologica e dell'aumento dei costi energetici.