Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28183 del 2 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:28183PEN

Massima

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Il provvedimento di applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di soggetti ritenuti socialmente pericolosi per la loro appartenenza ad associazioni di tipo mafioso può essere legittimamente adottato sulla base di elementi probatori desunti da sentenze irrevocabili e dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, i quali dimostrino l'attualità della pericolosità sociale del proposto, anche in assenza di recenti provvedimenti restrittivi della libertà personale a suo carico. La confisca dei beni può essere disposta quando non risulti giustificata la loro provenienza lecita, in ragione dell'assenza di redditi ufficiali sufficienti a giustificare gli investimenti effettuati, nonché della mancanza di disponibilità economiche in capo ai familiari conviventi del proposto, in applicazione della presunzione di cui all'art. 2-bis, comma 3, della legge n. 575 del 1965. Il sindacato di legittimità sulla decisione di applicazione delle misure di prevenzione è limitato alla sola violazione di legge, senza possibilità di censurare eventuali vizi della motivazione, in considerazione della peculiarità del relativo procedimento, sia sul piano del rito che su quello sostanziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso il decreto emesso dalla Corte di appello di Salerno il 18/11/2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;

lette le conclusioni del Procuratore generale presso questa Corte, nella persona del Dott. Paolo Canevelli, che ha richiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appello di Salerno, con il …

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