Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da uffici a residenziale, in un'area soggetta a rischio idrogeologico, non comporta necessariamente un aumento del carico insediativo tale da determinare un incremento dei fattori di rischio per la pubblica incolumità, purché il numero di abitanti insediati non risulti superiore a quello degli addetti precedentemente presenti nella stessa porzione di edificio. Pertanto, in assenza di un effettivo aggravamento del carico antropico, l'intervento di ristrutturazione edilizia con cambio di destinazione d'uso non è precluso dalle norme di attuazione del Piano di bacino, le quali mirano a evitare situazioni di pericolo connesse all'aumento del numero delle persone insediate in zone a rischio di esondazione. Il giudizio sulla compatibilità dell'intervento con i vincoli di piano deve essere condotto in concreto, valutando l'impatto dell'attività insediata sulla pubblica incolumità, a prescindere dalla mera variazione numerica delle unità immobiliari.