Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26885 del 9 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:26885PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna penale deve essere pronunciata solo quando il quadro probatorio, valutato nel suo complesso, consenta di escludere ogni ragionevole dubbio sulla responsabilità dell'imputato, in modo che la conclusione di colpevolezza sia caratterizzata da un alto grado di credibilità razionale e di certezza processuale. Pertanto, qualora il materiale probatorio presenti lacune o elementi di incertezza tali da rendere plausibile una ricostruzione alternativa dei fatti, ancorché non pienamente dimostrata, il giudice è tenuto ad assolvere l'imputato in applicazione del principio del "ragionevole dubbio", non potendo fondare la condanna su meri indizi non univoci o su ipotesi congetturali. Il giudice deve quindi individuare gli elementi di conferma dell'ipotesi ricostruttiva accolta, in modo da far risultare la non razionalità del dubbio derivante dalla stessa ipotesi alternativa prospettata dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7400/2009 CORTE APPELLO di ROMA, del 26/05/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

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