Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10558 del 13 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:10558PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p., può essere integrato anche in assenza di una formale appartenenza dell'agente a un'associazione di tipo mafioso, essendo sufficiente che la minaccia o la violenza utilizzate assumano connotati tipicamente mafiosi, evocando implicitamente un contesto criminale organizzato, a prescindere dalla reale esistenza di tale contesto. La valutazione del metodo mafioso deve essere effettuata tenendo conto del tenore della minaccia, del contesto ambientale in cui essa è calata e delle modalità della condotta, anche se non esplicitamente riferite a un'organizzazione criminale. Inoltre, la contestazione dell'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. determina una presunzione relativa di sussistenza del pericolo di recidiva, superabile solo dalla prova, offerta dall'interessato, di elementi da cui desumere l'affievolimento o la cessazione di ogni esigenza cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. MESSINI D'AGO.P. - Consigliere

Dott. SGADARI G. - rel. Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS),
2) (OMISSIS), nato a (OMISSIS),
avverso l'ordinanza del (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal consigliere Giuseppe Sgadari;
sentito il Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Pietro Molino, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
sentito il difensore, Avv. Pierluigi Pugliese, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.…

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