Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11974 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11974PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La costituzione di parte civile nel processo penale non richiede l'esposizione dettagliata delle ragioni della domanda risarcitoria, essendo sufficiente il richiamo all'imputazione per individuare il nesso tra il fatto reato e il danno lamentato. La legittimazione della parte civile a richiedere il risarcimento del danno morale può essere adeguatamente motivata dalla Corte di merito sulla base di elementi probatori, anche se non espressamente indicati nell'atto di costituzione, purché il rapporto tra il fatto reato e la pretesa risarcitoria sia immediato e individuabile. La valutazione della sussistenza del reato di tentata estorsione, con riferimento alla gravità delle minacce e alla condizione soggettiva della persona offesa, rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, il cui accertamento è sindacabile in sede di legittimità solo in presenza di vizi logici o motivazionali evidenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Giovanni - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. ((omissis)), difensore di Ga. Fu. , nata a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze, sezione I penale, in data 28.2.2007;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile;

Udito il difensore avv. ((omissis)) che ha concl…

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