Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17132 del 3 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:17132PEN

Massima

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Il giudice per le indagini preliminari, nel disporre una misura cautelare, deve motivare in modo specifico e individualizzato gli indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari per ciascun indagato, non potendosi limitare ad un mero richiamo o riproduzione acritica dei contenuti dell'informativa di polizia giudiziaria o della richiesta cautelare del pubblico ministero. Pur essendo ammessa la motivazione "per relationem", il giudice deve comunque dimostrare di aver preso cognizione del contenuto sostanziale delle ragioni del provvedimento di riferimento, di averle meditate e ritenute coerenti con la propria decisione, enucleando gli elementi essenziali a giustificare la misura cautelare per ciascun indagato. Il tribunale del riesame, nel valutare la legittimità del provvedimento cautelare, non può procedere a integrare la motivazione ritenuta insufficiente dal giudice di prime cure, dovendo invece annullare il provvedimento ove riscontri l'assenza di una motivazione specifica ed individualizzata sugli indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari per ciascun indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari;

nel procedimento nei confronti di:

Qu. Lu. , nato a (OMESSO);

Avverso l'ordinanza n. 1009/2010 del Tribunale del Riesame di Bari, del 28.6.2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. CERVADORO Mirella;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso chiedendo…

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