Il pubblico ufficiale che, nella richiesta di congedo ordinario, attesta falsamente la sostituzione da parte di un collega, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, in quanto la falsa attestazione di tale elemento, che non si limita alla mera domanda di congedo, lede la fede pubblica. La consapevolezza e volontarietà dell'atto non vengono meno per il fatto che il pubblico ufficiale si trovasse in uno stato di prostrazione fisica, poiché in tal caso avrebbe dovuto richiedere un congedo per malattia anziché ordinario. Inoltre, la circostanza che la falsità fosse facilmente rilevabile da parte di terzi non esclude la configurabilità del reato, in quanto ciò non incide sull'elemento soggettivo del dolo. Pertanto, il pubblico ufficiale che, nella richiesta di congedo ordinario, attesta falsamente la sostituzione da parte di un collega, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, a prescindere dalla facilità di rilevazione della falsità e dallo stato di prostrazione fisica in cui si trovasse al momento della condotta, in quanto tali elementi non escludono la consapevolezza e volontarietà dell'atto.