Il Consorzio di Sviluppo Industriale, ai sensi dell'art. 63 della legge n. 448/1998, ha la facoltà di riacquistare la proprietà di aree e stabilimenti industriali ceduti, nell'ipotesi in cui il cessionario non realizzi lo stabilimento nel termine di cinque anni dalla cessione ovvero cessi l'attività industriale o artigianale per oltre tre anni. Tale facoltà di riacquisto, pur avendo natura latu sensu espropriativa, non è soggetta all'applicazione della disciplina generale in materia di espropriazione, essendo regolata da presupposti, modalità e termini propri, non sovrapponibili al procedimento espropriativo delineato dal d.P.R. n. 327/2001. Pertanto, la controversia avente ad oggetto la quantificazione del valore di riacquisto appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, non essendovi gli estremi per un ricorso all'applicazione per analogia di una normativa speciale. Spetta al cessionario l'onere di provare il perdurare dello svolgimento di attività economica nello stabilimento, al fine di poter continuare a beneficiare della disponibilità del lotto compreso nel piano regolatore industriale; in mancanza di tale prova, il Consorzio può legittimamente esercitare la facoltà di riacquisto, senza che sia necessario un accertamento specifico circa la cessazione dell'attività da oltre tre anni.