Il concorso di persone nel reato non integra automaticamente la circostanza attenuante della minima partecipazione di cui all'art. 114 c.p., essendo necessario che il contributo del concorrente si sia concretizzato in un ruolo di rilevanza del tutto marginale e di efficacia causale così lieve rispetto all'evento da risultare trascurabile nell'economia generale dell'iter criminoso. L'apprezzamento della sussistenza di tale minimo contributo costituisce valutazione di merito rimessa al giudice di merito, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivata. Inoltre, in caso di "doppia conforme", ai fini della valutazione della congruità della motivazione del provvedimento impugnato, la Corte di cassazione deve leggere la sentenza di secondo grado unitariamente alla sentenza di primo grado che ne risulta confermata, potendo il giudice di appello che abbia condiviso le argomentazioni del primo giudice rinviare ad esse senza necessità di reiterarle. Infine, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche è legittima quando la motivazione, richiamando i precedenti specifici dell'imputato e la particolare gravità del fatto inserito in un contesto di criminalità organizzata, risulta completa e immune da vizi logici.