Il danneggiamento doloso di un bene altrui, commesso con violenza alla persona, integra una specifica ipotesi di reato prevista dall'articolo 635 del codice penale, a seguito della riforma introdotta dal Decreto Legislativo n. 7 del 2016. La violenza alla persona non costituisce più una circostanza aggravante, ma un elemento costitutivo della fattispecie criminosa, la cui sussistenza deve essere accertata dal giudice sulla base degli elementi probatori acquisiti. Pertanto, il danneggiamento doloso di un bene altrui, accompagnato da lesioni personali e atti di violenza nei confronti della vittima, è punito come reato autonomo, a prescindere dalla contestazione di una specifica aggravante. Il giudice è tenuto ad applicare la disciplina vigente al momento della commissione del fatto, anche qualora essa risulti più favorevole all'imputato rispetto alla normativa precedente. Le dichiarazioni della persona offesa, se logiche, lineari e coerenti, e corroborate da altri elementi di prova, come il referto medico, possono essere considerate attendibili ai fini della ricostruzione dei fatti e dell'affermazione della responsabilità penale dell'imputato.