Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La titolarità delle quote di partecipazione in una società a responsabilità limitata può essere provata con ogni mezzo, anche in assenza del libro soci, e l'accertamento giudiziale prevale sulle risultanze del registro delle imprese. Pertanto, il socio può far valere la propria qualità di socio nei confronti della società, anche se tale qualità non risulta iscritta nel registro delle imprese, essendo l'iscrizione nel registro un mero adempimento pubblicitario che non preclude la possibilità di provare diversamente la titolarità delle quote. L'onere della prova di eventuali successive cessioni di quote grava sui soci che le allegano, non potendo il giudice desumere tali trasferimenti dalla sola mancata indicazione nel registro delle imprese della quota di partecipazione pretesa dal socio. In assenza di prova di tali cessioni, il giudice deve ricostruire la titolarità originaria delle quote sulla base degli atti costitutivi e delle delibere assembleari, anche se il libro soci risulta smarrito.