Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34419 del 22 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:34419PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, pur riconoscendo l'autonomia del procedimento di prevenzione rispetto a quello penale, deve effettuare un esame critico puntuale degli elementi di fatto emersi in sede penale, anche se ivi valutati come insufficienti per fondare il giudizio di responsabilità, al fine di individuarne la diretta incidenza sul giudizio di pericolosità sociale. Pertanto, qualora intervenga una sentenza di assoluzione nel procedimento penale, il giudice della prevenzione non può prescindere dall'esaminare e motivare in modo specifico tale elemento favorevole al proposto, confrontandolo con gli altri indizi di pericolosità, al fine di verificarne la rilevanza ai fini del giudizio di applicazione della misura di prevenzione. L'omissione di tale esame critico e motivato sulla sentenza di assoluzione, nonostante la stessa sia stata dedotta dalla difesa, integra una violazione di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

REPUBBLICA ITALIANA

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. AN. N. IL (OMESSO);

2) BE. FI. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 166/2003 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 11/06/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott ADRIANA CARTA;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile con ogni statuizione conseguneziale ex articolo c.p.p..

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