La validità della delega di firma del funzionario sottoscrittore di un atto impositivo deve essere adeguatamente motivata dalla pubblica amministrazione, la quale è tenuta a dimostrare l'esistenza di una valida disposizione di servizio che attribuisca al medesimo funzionario il potere di sottoscrivere l'atto in questione. Ove l'amministrazione non produca tale documentazione o la stessa risulti meramente confermativa di precedenti provvedimenti senza che ne siano illustrati i contenuti, la motivazione della sentenza che dichiara la nullità dell'atto per carenza di potere di firma deve ritenersi adeguata e conforme ai principi di cui agli artt. 1 e 36 del D.Lgs. n. 546/1992 e 132, n. 4, c.p.c. Infatti, in assenza di una chiara e completa motivazione circa l'idoneità della delega di firma, la sentenza che accoglie l'eccezione di nullità dell'atto per carenza di potere non può essere censurata per difetto di motivazione, in quanto la pubblica amministrazione non ha assolto l'onere probatorio su di essa incombente. Il giudice tributario, pertanto, è legittimato a dichiarare la nullità dell'atto impositivo qualora l'amministrazione non fornisca adeguata prova della valida attribuzione del potere di firma al funzionario che lo ha sottoscritto, non essendo sufficiente il mero possesso della qualifica di funzionario della carriera direttiva.