Il provvedimento cautelare personale, pur essendo una misura eccezionale che incide sulla libertà individuale, può essere legittimamente applicato dal giudice quando ricorrono esigenze cautelari attualmente sussistenti, quali il pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio, adeguatamente motivate sulla base di elementi concreti e specifici. Tuttavia, una volta venute meno tali esigenze, il giudice è tenuto a revocare il provvedimento, in ossequio al principio di proporzionalità e al diritto fondamentale della libertà personale, tutelato dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento cautelare, pur essendo uno strumento di tutela giurisdizionale, diviene inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse qualora, nelle more del giudizio di legittimità, il provvedimento impugnato sia stato revocato, in quanto il ricorrente non ha più alcun interesse concreto ed attuale alla decisione. In tali ipotesi, il giudice di legittimità non può pronunciarsi nel merito, ma deve limitarsi a dichiarare l'inammissibilità del ricorso, senza poter valutare la legittimità o meno del provvedimento cautelare originariamente adottato.