Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dell'aggravante della finalità e del metodo mafiosi ai sensi dell'art. 416-bis.1 c.p., deve effettuare un'approfondita analisi delle risultanze probatorie, senza limitarsi a considerare singoli elementi isolati, ma esaminando il contesto complessivo in cui si è svolta la condotta criminosa. Pur essendo necessaria una motivazione rafforzata quando il giudice di appello modifica la decisione di primo grado, tale obbligo è rispettato qualora il giudice di secondo grado fornisca una congrua e logica spiegazione delle ragioni per le quali ritiene che gli elementi acquisiti non siano sufficienti a dimostrare la sussistenza dell'aggravante, anche in presenza di una diversa valutazione operata dal primo giudice. Ai fini del riconoscimento dell'attenuante del risarcimento del danno ex art. 62 c.p., comma 1, n. 6, è necessario che l'offerta risarcitoria sia stata effettuata prima dell'inizio del giudizio di primo grado, anche mediante forme equipollenti come il deposito giudiziario, senza che il giudice possa sindacare la congruità dell'importo offerto. Infine, il reato di favoreggiamento personale ex art. 378 c.p. sussiste quando la condotta dell'imputato abbia concretamente ostacolato, anche in modo temporaneo, lo svolgimento delle indagini, indipendentemente dalla sussistenza di eventuali aggravanti contestate ad altri imputati.