Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24166 del 29 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:24166PEN

Massima

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Il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose si configura quando l'agente, in presenza di un diritto azionabile dinanzi a un giudice, si fa giustizia da sé, ponendo in essere una condotta abusiva e prevaricatrice, anziché ricorrere all'autorità giudiziaria. La contestualità tra il tentativo di riallaccio del bene da parte della controparte e la reazione dell'imputato non esclude la configurabilità del reato, poiché l'ordinamento giuridico non ammette l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, neppure in presenza di una situazione possessoria contestata. Il giudice di merito, valutando le emergenze processuali, può legittimamente escludere la sussistenza dei presupposti dell'autoreintegrazione nel possesso, in quanto tale causa di giustificazione opera solo quando l'agente si trovi nella necessità impellente di ripristinare il possesso perduto, senza poter ricorrere al giudice, al fine di evitare il consolidamento della nuova situazione possessoria. Pertanto, la condotta dell'imputato, tesa a farsi giustizia da sé in presenza delle condizioni per azionare il diritto dinanzi a un giudice, integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, non potendo essere considerata una legittima reazione impeditiva rispetto al comportamento prevaricatore della controparte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - Rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/01/2017 della Corte d'appello di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore della parte civile (OMISSIS), avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'av…

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