La misura di prevenzione patrimoniale della confisca, prevista dalla legge contro la mafia, può essere legittimamente applicata anche nei confronti di soggetti ritenuti pericolosi in via generica, a prescindere dall'accertamento della loro appartenenza ad associazioni di tipo mafioso. Tale misura non viene meno per effetto della morte del proposto, intervenuta prima che il provvedimento di confisca sia divenuto definitivo, in quanto essa ha natura di sanzione amministrativa equiparabile alla misura di sicurezza patrimoniale di cui all'art. 240 c.p., comma 2. L'eventuale successiva assoluzione del proposto dal reato di associazione mafiosa non comporta automaticamente l'illegittimità della confisca, in quanto il procedimento di prevenzione è autonomo rispetto a quello penale e gli indizi di pericolosità possono essere desunti anche da fatti diversi da quelli oggetto del giudizio penale. Inoltre, la riforma del 2008 ha reso la misura di prevenzione patrimoniale applicabile anche sulla base della sola pericolosità generica del soggetto, a prescindere dalla sua affiliazione ad un'associazione di tipo mafioso. Infine, il principio del ne bis in idem non impedisce la rivalutazione della pericolosità del soggetto e l'applicazione di una nuova o più grave misura di prevenzione, ove si acquisiscano ulteriori elementi, precedenti o successivi al giudicato, non valutati in precedenza e tali da comportare un giudizio di maggiore gravità della pericolosità stessa.