Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20800 del 10 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:20800PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur consentendo una maggiore flessibilità nell'espressione di giudizi su soggetti che rivestono cariche pubbliche, non legittima l'attribuzione di comportamenti mai tenuti o di fatti non veri, essendo necessario che il contenuto della critica si fondi su elementi di prova o quantomeno su una seria attività di verifica. Pertanto, l'esimente del diritto di critica non può essere invocata quando le espressioni utilizzate, pur presentandosi come critiche, risultino prive di riscontro oggettivo e siano idonee a ledere ingiustamente la reputazione altrui, configurando il reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/09/2015 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANDREA FIDANZIA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MARINELLI Felicetta;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa in data 30 settembre 2015 la Corte d'Appello di Catanzaro, …

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