Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 26467 del 24 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:26467PEN

Massima

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Il giudizio di particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. richiede una valutazione complessiva della condotta dell'imputato, considerando non solo l'esiguità del danno o del pericolo, ma anche le modalità della condotta, con particolare riguardo all'intensità del dolo. Pertanto, la sussistenza di una cospicua intensità del dolo, desumibile dai parametri di cui all'art. 133 c.p., comma 1, numero 1) e 3), esclude l'applicabilità dell'istituto, anche in presenza di una pena inflitta superiore al minimo edittale, in quanto indice della gravità del fatto addebitato. Il giudizio di legittimità sulla non punibilità per particolare tenuità del fatto deve limitarsi alla verifica della sussistenza in astratto dei presupposti applicativi, sulla base di quanto emerso nel giudizio di merito e risultante dalla motivazione delle sentenze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. TANGA Antonio - rel. Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 69/15 del 20 febbraio 2015, della Corte di Appello di Trento;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TANGA ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PINELLI Mario, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata limitatamente all'ipotesi di cui all'articolo 610 c.p. ed il rigetto …

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