Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26302 del 24 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:26302PEN

Massima

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Il dolo del reato di calunnia non può essere desunto automaticamente dalla sola circostanza che le accuse mosse dall'imputato si siano rivelate infondate, essendo necessario accertare in concreto la consapevolezza dell'imputato circa l'innocenza delle persone denunciate. Pertanto, il giudice di merito deve valutare attentamente tutte le circostanze di fatto, anche quelle che possano deporre per la buona fede dell'imputato, come la complessità delle vicende denunciate o l'assenza di un intento ritorsivo, al fine di escludere la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato laddove emerga un ragionevole dubbio sulla effettiva consapevolezza dell'imputato circa l'innocenza degli accusati. L'accertamento dell'elemento psicologico del reato di calunnia non può fondarsi su meri sospetti o ricostruzioni alternative della vicenda, ma richiede un'adeguata e puntuale motivazione che dia conto di tutti gli elementi di fatto rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di CATANZARO;

nei confronti di:

1) LU. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 18/12/2006 CORTE APPELLO di CATANZARO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAMENDOLA FRANCESCO PAOLO;

sentito il P.G. in persona del Dott. D'((omissis)) che ha concluso per l'…

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