Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38125 del 13 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:38125PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, unitamente alla spiccata tendenza a delinquere dell'indagato, possono giustificare il mantenimento della misura cautelare della custodia in carcere, anche in assenza di una prognosi favorevole circa il rispetto delle prescrizioni connesse a misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, quando il contesto criminale organizzato e la commissione di gravi reati, anche con violenza, in ambito domestico, rendano tali misure inadeguate a fronteggiare le specifiche esigenze cautelari. Il decorso del tempo dalla commissione dei fatti e l'assenza di contatti con i concorrenti non sono di per sé sufficienti a escludere la permanenza delle esigenze cautelari, qualora permangano elementi concreti e attuali di pericolosità sociale dell'indagato, desumibili dalla sua personalità e dal suo modus operandi criminale, caratterizzato da professionalità e reiterazione delle condotte illecite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. MAZZITELLI Cateri - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/03/2019 del TRIB. LIBERTA' di TARANTO;
udita la relazione svolta dal Consigliere SCORDAMAGLIA IRENE;
lette/sentite le conclusioni del PG BIRRITTERI LUIGI;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
Il difensore presente chiede l'accoglimento del ricorso a cui si riporta.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza n. 8265 dell'8 gennaio 2019, la Prima Sezione penale di questa Corte ha annullato l&#x…

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