Il provvedimento di diniego della concessione edilizia in sanatoria, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 47/1985, deve essere adeguatamente motivato dall'amministrazione comunale, contestando specificamente le circostanze di fatto e di diritto che giustificano il giudizio di "non conformità" dell'intervento edilizio realizzato, anche quando questo sia riconducibile alla ristrutturazione edilizia mediante demolizione e ricostruzione di un fabbricato preesistente, ai sensi dell'art. 31, lett. d) della legge n. 457/1978. L'amministrazione non può limitarsi ad un'affermazione apodittica di "non conformità" agli strumenti urbanistici, senza esplicitare le ragioni tecniche e giuridiche che fondano tale valutazione, in contraddittorio con le deduzioni e la documentazione prodotta dal richiedente la sanatoria. Il vizio di motivazione del provvedimento di diniego, in tal caso, determina l'annullamento dello stesso da parte del giudice amministrativo.