Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione può essere desunto da un complesso di elementi probatori, quali le dichiarazioni delle vittime, le risultanze delle intercettazioni telefoniche e le condotte tenute dall'imputato, anche se non direttamente partecipi di singoli episodi delittuosi. In particolare, il ruolo di vertice e di direzione dell'organizzazione criminale, l'interessamento e il coinvolgimento nell'organizzazione dei viaggi delle vittime dalla Nigeria all'Italia, l'attività di assegnazione delle postazioni di lavoro e di controllo delle attività di prostituzione, nonché l'utilizzo di riti voodoo e minacce per sottomettere psicologicamente le vittime, integrano gli elementi costitutivi del reato associativo e di tratta di esseri umani, anche in assenza di un diretto coinvolgimento dell'imputato in singoli episodi delittuosi. La valutazione delle risultanze probatorie, ivi comprese le intercettazioni telefoniche, rientra nella competenza esclusiva del giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se non nei limiti della manifesta illogicità e irragionevolezza. Il diniego delle attenuanti generiche, motivato con riferimento alla gravità e reiterazione delle condotte criminose, al comportamento processuale e ai precedenti penali dell'imputato, è insindacabile in sede di legittimità, purché la motivazione sia non contraddittoria e dia conto degli elementi considerati preponderanti.