Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La decisione nel merito da parte del giudice amministrativo comporta necessariamente l'affermazione implicita della propria giurisdizione, la quale ne costituisce un presupposto indefettibile. Pertanto, il difetto di giurisdizione può essere rilevato in sede di impugnazione soltanto se dedotto con specifico motivo avverso il capo della pronuncia impugnata che, in modo implicito o esplicito, abbia statuito sulla giurisdizione, in applicazione dell'art. 9 del Codice del processo amministrativo. Tale disposizione, che recepisce l'orientamento giurisprudenziale delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, realizza un equilibrato contemperamento tra l'esigenza di tutela delle parti, in via di impugnazione, rispetto all'eventuale invasione del campo riservato a una diversa giurisdizione, e l'esigenza di assicurare la ragionevole durata del processo, evitando che le questioni di giurisdizione possano essere ancora rilevate d'ufficio o proposte dalle parti in tutto il corso del giudizio, pur se le stesse si erano acquietate alla relativa implicita statuizione. La previsione di una pronuncia implicita sulla giurisdizione, priva di espressa motivazione, non viola gli artt. 111 e 25 Cost., in quanto tale interpretazione è stata adottata dalla giurisprudenza in modo costituzionalmente orientato, al fine di realizzare i principi del "giusto processo".