Tribunale Amministrativo Regionale Puglia - Lecce sentenza n. 45 del 2024

ECLI:IT:TARLE:2024:45SENT

Massima

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Il carattere precario di un manufatto, ai fini dell'esenzione dal permesso di costruire, deve essere valutato non in base ai materiali utilizzati per la sua realizzazione, bensì in relazione alla sua intrinseca destinazione funzionale, dovendo ricorrere un uso realmente temporaneo e limitato nel tempo, per fini specifici e contingenti, con conseguente sollecita eliminazione. La precarietà non può essere confusa con la mera stagionalità dell'utilizzo, poiché un uso annualmente ricorrente denota la destinazione del manufatto al soddisfacimento di esigenze non eccezionali e contingenti, ma permanenti nel tempo. Pertanto, ai fini della ricorrenza del requisito della precarietà, che esclude la necessità del permesso di costruire, occorre valutare l'opera alla luce della sua obiettiva ed intrinseca destinazione naturale, prescindendo dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data dal costruttore. Rientrano nella nozione giuridica di costruzione, per la quale occorre il rilascio di titolo edilizio, tutti i manufatti che, anche se non necessariamente infissi al suolo o pur semplicemente aderenti ad esso, alterino lo stato dei luoghi in modo stabile, non irrilevante e non meramente occasionale. L'ordine di demolizione di costruzioni abusive, avendo carattere reale, prescinde dalla responsabilità del proprietario o dell'occupante dell'immobile, applicandosi anche a carico di chi non abbia commesso la violazione, ma si trovi al momento dell'irrogazione in un rapporto con la res tale da assicurare la restaurazione dell'ordine giuridico violato. L'ordinanza di demolizione costituisce un atto dovuto e vincolato, che non necessita di alcuna motivazione aggiuntiva rispetto all'indicazione dei presupposti di fatto e all'individuazione e qualificazione degli abusi. Non è configurabile alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di illecito permanente, che il tempo non può legittimare in via di fatto, in quanto l'interesse pubblico alla repressione dell'abuso edilizio è in re ipsa. La mancata esatta identificazione dell'area che viene acquisita ai sensi dell'art. 31, comma 3, del D.P.R. n. 380/2001 non costituisce ragione di illegittimità dell'ingiunzione a demolire, in quanto tale individuazione ben potrà essere compiuta con atti successivi, a valle, aventi natura meramente dichiarativa e ricognitiva.

Sentenza completa

Pubblicato il 15/01/2024

N. 00045/2024 REG.PROV.COLL.

N. 00190/2023 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia

Lecce - Sezione Prima

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 190 del 2023, proposto da
Giuseppe Balice, Porzia Amoruso, rappresentati e difesi dall'avvocato Giuseppe Macchione, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Ostuni, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Alfredo Tanzarella, Mary Capriglia, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;
Ministero della Cultura, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Province di Brindisi e Lecce, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Distrettuale…

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