Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nelle procedure di gara per l'affidamento di appalti pubblici, il principio di tassatività delle cause di esclusione, sancito dall'art. 46, comma 1-bis, del Codice dei contratti pubblici, impone alla stazione appaltante di limitare le esclusioni dei concorrenti ai soli casi espressamente previsti dalla legge o dal bando di gara, ovvero a quelli in cui il comportamento del concorrente sia idoneo a determinare l'incertezza assoluta sul contenuto o sulla provenienza dell'offerta, la non integrità del plico contenente l'offerta o altre irregolarità relative alla chiusura dei plichi tali da far ritenere violato il principio di segretezza delle offerte. Pertanto, la stazione appaltante non può disporre l'esclusione per mere irregolarità formali o errori non essenziali, dovendo invece invitare i concorrenti a completare o fornire chiarimenti in ordine al contenuto dei documenti presentati, in ossequio al dovere di leale collaborazione sancito dal medesimo art. 46. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità delle esclusioni, deve verificare la sussistenza di una chiara previsione normativa che le legittimi o l'idoneità del comportamento del concorrente a produrre le conseguenze di cui all'art. 46, comma 1-bis, senza poter sostituire la propria valutazione a quella della commissione giudicatrice in ordine alla discrezionalità tecnica esercitata nell'attribuzione dei punteggi all'offerta, salvo che non emerga la palese inattendibilità o irrazionalità di tale valutazione.