Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43883 del 18 novembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:43883PEN

Massima

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La dichiarazione di incostituzionalità di una delle fattispecie di pericolosità sociale giustificatrici della confisca di prevenzione integra un difetto originario dei presupposti per l'applicazione del provvedimento ablatorio, configurando così una condizione applicativa della revocazione di cui all'art. 28 del d.lgs. n. 159/2011 (c.d. codice antimafia). In tali casi, la competenza a conoscere dell'istanza di revocazione spetta alla Corte di appello del distretto viciniore a quello del giudice che ha emesso il provvedimento di confisca, in applicazione del criterio di cui all'art. 28, comma 2, del codice antimafia. Tale giudice, infatti, è il più idoneo a valutare gli effetti derivanti dalla declaratoria di incostituzionalità sulla legittimità della confisca già adottata, al fine di conformarla al giudicato costituzionale, senza che possa ritenersi sufficiente lo strumento dell'incidente di esecuzione dinanzi al giudice che ha emesso il provvedimento ablativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Frances - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. RUSSO Carmine - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul conflitto di competenza sollevato dal Tribunale di Bari;
nei confronti della Corte di appello di Lecce con ordinanza del 19/01/2022;
visti gli atti;
udita la relazione svolta dal Consigliere CENTOFANTI Francesco;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale SALVADORI Silvia, che ha chiesto dichiararsi la competenza della Corte di appello di Lecce.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto 5 marzo 2021 la Corte di appello di Lecce dichiarava inammissibile l'istanza avanzata …

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