Consiglio di Stato sentenza n. 4595 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:4595SENT

Massima

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Il chiosco realizzato su suolo pubblico, anche se dotato di autorizzazioni per l'occupazione del suolo e l'esercizio dell'attività commerciale, deve essere considerato una costruzione fissa soggetta al regime del permesso di costruire, qualora non presenti i requisiti di precarietà e temporaneità previsti per le opere di edilizia libera. La precarietà di un manufatto non dipende dalla tipologia dei materiali utilizzati o dalla tecnica costruttiva, ma dalla sua destinazione a soddisfare esigenze temporanee e contingenti, anziché stabili e permanenti. Pertanto, il chiosco realizzato in tubolari di ferro e pannelli metallici, ancorché amovibile, integra una costruzione soggetta al regime edilizio ordinario, in quanto destinato all'esercizio di un'attività commerciale continuativa e non a un uso meramente temporaneo. L'assenza del prescritto titolo edilizio comporta l'illegittimità dell'opera e la conseguente legittimità dell'ordine di demolizione, a prescindere dalla buona fede del titolare e dall'ottenimento di altre autorizzazioni. La demolizione costituisce una sanzione necessitata e vincolata alla constatazione dell'abuso edilizio, che non può essere esclusa in ragione della gravosità delle conseguenze per il responsabile, salvo che ricorrano i presupposti eccezionali individuati dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, quali l'utilizzo del manufatto come abitazione e l'impossibilità assoluta di reperire un'altra sistemazione idonea.

Sentenza completa

Pubblicato il 23/05/2024

N. 04595/2024REG.PROV.COLL.

N. 00074/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 74 del 2021, proposto da
Rosa Spagnolo, rappresentato e difeso dall'avvocato Giuseppe Pitaro, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Catanzaro, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Giacomo Farrelli, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Catanzaro, via Giovanni Jannoni, 68;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Seconda) n. 01933/2020, resa tra le parti;

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