Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25232 del 16 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:25232PEN

Massima

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La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Il dolo specifico di agevolare l'associazione mafiosa, richiesto per l'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, non può essere desunto automaticamente dalla mera finalizzazione oggettiva della condotta all'agevolazione dell'attività del sodalizio criminale, ma richiede l'accertamento della effettiva conoscenza e consapevolezza, da parte dell'agente, del collegamento delle sue azioni con le finalità dell'associazione mafiosa. L'aggravante non opera in modo automatico per il solo fatto che il reato abbia comunque agevolato l'associazione, essendo necessario verificare anche l'elemento soggettivo del dolo specifico di agevolare l'associazione, non potendosi desumere tale consapevolezza dalla mera diligenza ordinaria dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. NOVIK ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 637/2014 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 11/07/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)) NOVIK;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza relativamente alla Legge n. 203 del 1991, articolo 7, con (Ndr: testo originale non comprensibile) del motivo relativo alle esigenze cautelari. Rigetto nel resto.

udito il difenso…

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