Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23553 del 4 agosto 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23553PEN

Massima

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Il dolo generico, integrato dalla consapevolezza che le operazioni compiute sul patrimonio sociale siano idonee a cagionare un danno ai creditori, è sufficiente per la configurabilità del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, senza che sia necessaria l'intenzione di causare il danno o che tale finalità ne colori il dolo. Inoltre, il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione non richiede l'esistenza di un nesso causale tra i fatti di distrazione e il dissesto dell'impresa, essendo sufficiente aver cagionato il depauperamento del patrimonio sociale destinandone le risorse ad impieghi estranei alla sua attività, anche quando l'impresa non versava ancora in condizioni di insolvenza. L'omessa tenuta, sottrazione o distruzione della documentazione contabile, che impedisce al curatore di ricostruire le sorti del patrimonio della fallita e di recuperare i beni distratti, integra il reato di bancarotta fraudolenta documentale, a prescindere dalla qualificazione della condotta come più lieve ipotesi fallimentare penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/05/2019 della CORTE di APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Torino h…

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