Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6187 del 7 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:6187PEN

Massima

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Il diritto di critica nei confronti di pubblici ufficiali trova un limite invalicabile nel divieto di utilizzare espressioni intrinsecamente offensive e denigratorie, che travalicano i limiti della continenza linguistica e mirano unicamente a ledere l'onore e il decoro della persona, indipendentemente dalla fondatezza della critica stessa. Perché la critica possa essere considerata legittima e scriminante rispetto al reato di ingiuria, è necessario che essa si mantenga entro i confini del rispetto della dignità umana, senza ricorrere a modalità espressive oggettivamente offensive e riconoscibilmente volte a umiliare il destinatario, salvo che tali espressioni siano utilizzate "ioci causa". Il contesto in cui le parole sono pronunciate assume rilevanza ai fini della valutazione della loro portata offensiva, ma non può giustificare l'impiego di frasi intrinsecamente denigratorie e prive del requisito della continenza linguistica, le quali integrano il reato di ingiuria indipendentemente dalle circostanze in cui sono state proferite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6/2011 TRIBUNALE di BELLUNO, del 03/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/11/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Fodaroni Maria G. che ha concluso per l'inammissibilita';

Udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione (O…

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