Il Comune, in qualità di proprietario di beni appartenenti al proprio patrimonio indisponibile, può determinare i canoni di concessione di tali beni in rapporto alle caratteristiche degli stessi e ad un valore comunque non inferiore a quello di mercato, fatti salvi gli scopi sociali, ai sensi dell'art. 32, comma 8, della legge n. 724 del 1994. Tale potere di determinazione del canone non è escluso dalla forma contrattuale adottata (concessione o locazione) né dalla qualificazione dell'attività esercitata dal concessionario come servizio pubblico. L'amministrazione comunale, nel quantificare il canone, deve applicare correttamente i criteri di determinazione previsti dalla legge, senza che il concessionario possa contestare la valutazione del valore di mercato effettuata dall'organo tecnico competente, salvo dimostrare specifici vizi di logicità o correttezza estimativa. Il raggiungimento dello scopo di contraddittorio procedimentale, anche attraverso la formulazione di richieste da parte del concessionario, esclude l'invalidità del procedimento per violazione delle norme sulla partecipazione di cui alla legge n. 241 del 1990.